
La libertà è una parola grossa, ma la usiamo come fosse chewing gum: la mastichiamo, la sputiamo, e intanto perde senso.
Tutti dicono “voglio essere libero”, ma pochi capiscono ke la libertà, se nn ha rispetto dentro, diventa solo prepotenza.
Nn serve alzare bandiere o scrivere frasi sui muri: la libertà la riconosci nei gesti piccoli. In come tratti gli altri. In quanto spazio lasci a chi ti vive accanto.
Ogni volta ke la tua scelta rovina quella di qualcun altro, la libertà muore. E muore nel silenzio, senza bisogno di guerre o dittatori.
Il problema è ke confondiamo la libertà col fare come ci pare.
“Faccio quello ke voglio” è la frase più pericolosa ke esista, se nn ci metti dentro un po’ di coscienza.
Perché sì, puoi fare ciò ke vuoi — ma nn puoi farlo fregandotene degli altri.
La libertà è un patto, nn un lasciapassare.
Io rispetto te, tu rispetti me.
Sembra facile, ma è la cosa più difficile del mondo.
Chi dimentica qst equilibrio nn è libero, è solo egoista.
E l’egoismo è la fine della civiltà.
Perché quando ognuno pensa solo alla propria “fetta”, il risultato è sempre lo stesso: un mondo storto, dove nessuno è sazio ma tutti si sentono derubati.
La libertà dell’egoismo è quella ke distrugge i rapporti, le famiglie, le comunità.
È quella ke ti fa credere ke sei furbo xké sei arrivato prima, e invece sei solo un piccolo ladro di equilibrio.
Io la libertà l’ho capita tardi.
Da ragazzo pensavo ke essere libero voleva dire fare di testa mia.
Poi ho capito ke la vera libertà arriva quando riesci a controllare la testa tua.
Quando ti fermi prima di ferire, quando pensi a cosa provochi agli altri prima di agire.
Quando scegli il rispetto, anche se nessuno ti guarda.
Quella è la libertà ke vale.
Viviamo in un tempo dove chi urla di più sembra più libero.
Ma la libertà nn ha volume, ha sostanza.
Nn serve alzare la voce, serve capire dove finisce la tua e inizia quella degli altri.
Serve accettare ke, se vivi in mezzo alla gente, nn puoi pretendere di essere solo.
La convivenza è un esercizio continuo di libertà controllata.
E solo chi la esercita con responsabilità può dire d’essere davvero libero.
Se vuoi un esempio pratico, guarda la vita di ogni giorno.
Il traffico, la fila al supermercato, il modo in cui parli a chi ti risponde male.
La libertà è lì: nel non reagire con la stessa rabbia, nel lasciare spazio, nel capire ke a volte un “va bene” vale più di cento spiegazioni.
È nel rispettare gli spazi, le idee, le scelte, pure quando ti danno fastidio.
La libertà nn si misura in quanta torta ti prendi, ma in quanto ne lasci.
Ecco xké dobbiamo educare i nostri figli, e pure noi stessi, a capire prima la libertà degli altri e poi la nostra.
Xké la libertà senza rispetto è come una porta senza cardini: si muove a caso e prima o poi cade.
Serve insegnare ke libertà nn vuol dire prevaricare, ma convivere.
Ke libertà nn è avere sempre ragione, ma dare diritto anche all’altro di pensarla in modo diverso.
Solo così si costruisce civiltà: una libertà ke cammina a fianco dell’altra, nn sopra.
Il giorno in cui smetteremo di confondere libertà con arroganza, inizieremo a vivere davvero.
Un passo, un gesto, una parola alla volta.
Senza coltelli, senza prepotenze, senza “me ne frego”.
Solo con la consapevolezza ke la libertà, quella vera, è un bene fragile, ke si tiene in piedi solo se la tieni insieme agli altri.
© Mirco@77
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