
Mi chiamo Arvo.Sono il padre di Pollicino. Nella fiaba passo per il codardo, quello che ha abbandonato i figli nel bosco. Fine. Nessuno ha mai chiesto perché. Nessuno ha mai pensato che magari dietro c’era solo disperazione.
Eravamo poveri. Non quei poveri da “ce la facciamo con un po’ di sacrifici”. No. Quelli veri. Quelli che il pane lo sognano e basta. Che guardano i figli dormire col ventre vuoto e si sentono morire.
Con mia moglie abbiamo resistito finché abbiamo potuto. Poi la verità ci ha schiacciati: o morivamo tutti, o qualcuno si salvava. E così li abbiamo portati nel bosco. Sì, è stato un tradimento. Ma anche un atto d’amore sporco, disperato, che nessuno capirà mai.
Pollicino però non era uno qualunque. Ci aveva capiti. Non ci ha giudicati, ma non ci ha più guardati allo stesso modo. È tornato. Più volte. Fino a che, un giorno, è sparito del tutto.
Quando è riapparso era un altro. Più alto, più freddo, con le tasche piene d’oro e una storia già pronta: abbandonato nel bosco, finito nella casa di una strega, sopravvissuto con l’astuzia. E il mondo lo ha applaudito. Eroe nazionale. Nessuno gli ha chiesto da dove venissero i gioielli. Nessuno ha chiesto chi fosse davvero la strega. Né cosa sia successo laggiù.
Perché lui raccontava di una vecchia che lo voleva mangiare. Di un forno acceso. Di un trucco per salvarsi. Ma non ha mai detto chi ha acceso quel forno. Chi ha davvero ingannato chi.
Io sono rimasto qui, vecchio e logoro, con un cuore che non si perdona. Ma la fiaba… quella l’ha scritta lui.E in quella fiaba, io sono il vigliacco.E la strega? Solo un altro mostro da bruciare, pur di scrivere un lieto fine.
Perché la verità, in fondo, non serve.Serve solo una buona storia.E qualcuno disposto a raccontarla.
© Mirco@1977
Aggiungi commento
Commenti