Il polpo ha 3 cuori. Nove cervelli. Cambia colore, cambia pelle, si smaterializza tra le rocce. Ti osserva. Ti studia. Ti ricorda. Se lo tocchi male, se lo ricorda. Se lo tratti bene, pure. Un essere ke viene considerato dagli stessi scienziati una specie d’alieno del pianeta Terra. Ma noi, con la nostra solita arroganza da dominatori di sto cavolo, ke facciamo? Lo sbattiamo in un allevamento intensivo. Viva l’evoluzione. Nella "CIVILISSIMA" Spagna stanno costruendo il primo allevamento intensivo di polpi al mondo. Hai letto bene: intensivo. Vuol dire gabbie, vasche, reclusione, vita artificiale fino al macello, tutto xké? Xké “fa scena” in un piatto gourmet. Il polpo nn è un gamberetto. È una creatura senziente, ke ragiona, ke soffre, ke sviluppa strategie. Nei documentari lo vedi aprire barattoli, fare agguati, usare strumenti. Negli allevamenti lo vedrai sbattere sulle pareti, impazzire di noia, affogare nella sua stessa intelligenza. Ci indigniamo se uno prende a calci un cane su TikTok, ma poi ce ne sbattiamo se un animale ke riconosce sé stesso, viene allevato come una pianta di basilico. Ci indigniamo a giorni alterni, quando conviene, quando fa trend. Ma questa nn è indignazione. Questa è ignoranza comoda. Se davvero ci teniamo a nn essere complici, la soluzione è una: scegliere. Scegliere cosa mangiare. Scegliere chi finanziare. Scegliere cosa diventare. Un polpo nn può parlare. Ma guarda ke gli occhi parlano eccome. Basta saperli leggere. E io li ho guardati. E no, nn serve “essere vegani”. Basta nn essere bestie.
© Mirco@77
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