Egregia Barbara Alberti,
parto col rispetto — quello vero, quello ke nn si improvvisa x un titolo a effetto. Io a lei ho sempre riconosciuto una cosa grossa: la capacità di rovesciare i totem. In un Paese di gente ke spesso tace, lei ha tenuto botta x 50 anni su idee, battaglie e parole scomode. Questo, glielo riconosco senza giri di parole: ci vuole fegato e cervello.
Ha combattuto, ha scritto, ha provocato, ha fatto pensare. E in tempi in cui tutti vogliono piacere a tutti, lei nn ha mai avuto paura di pestare i piedi.
Ma — perché c’è un ma — stavolta, Barbara, ha detto una sciocchezza grossa.
«Le donne sono fortunate a non avere l’erezione. Gli uomini sono in crisi. E quando il padrone perde il potere, ti ammazza».
Resto basito. Non per la provocazione — quella la conosco bene e la rispetto — ma per la superficialità.
Lei ha ridotto l’erezione a simbolo di potere, e l’uomo a “padrone”.
Io invece, l’erezione, la collego alla stessa cosa ke lei ha sfiorato parlando delle mestruazioni: la vita.
Senza mestruazioni non nasce nulla.
Senza erezione non nasce nulla.
Punto. Nn è pornografia, è biologia.
Mi scusi se uso un linguaggio diretto — forse poco ortodosso per la sua età e la sua eleganza — ma la provocazione l’ha lanciata lei. E quando uno lancia una bomba, deve pure mettere in conto ke qualcuno gliela rimanda indietro.
Il problema vero però nn è la parte “sessuale”. È quella parola — “padrone” — e quella frase velenosa: “quando perde il potere, ti ammazza”.
No, signora Alberti. Non ci sto.
Associare una funzione biologica a una dinamica di potere e violenza è qualcosa ke scivola nella trappola più squallida: generalizzare.
Lei è troppo intelligente per non sapere ke la storia umana è piena anche di altro:
– Uomini e donne ke hanno amato e lottato insieme,
– Compagni e compagne ke si sono tenuti la mano fino alla fine,
– Amori longevi, veri, fatti di rispetto, complicità e dignità reciproca.
Altro ke “padrone ke ti ammazza”.
La cultura e la filosofia ci raccontano ben altro:
— Simone de Beauvoir scriveva ke “l’amore non è dominazione, è alleanza”.
— Erich Fromm spiegava ke l’amore maturo non è possesso, ma “un atto di libertà reciproca”.
— Persino Friedrich Nietzsche, ke di dolcezza aveva poco, diceva: «L’amore non vuole avere, vuole soltanto essere».
Questo x dire ke la relazione uomo-donna nn è una caricatura sessuale da talk show. È storia. È cultura. È sangue e carne, ma anche cura reciproca.
E adesso arriviamo alla parola ke uso senza paura: ignorante.
Sa da dove viene? Da ignorare.
E io glielo dico con rispetto ma con la fermezza di ki la stima e pretende lucidità:
Lei ignora quanto una frase del genere, lanciata nel web come una manciata di sale, possa diventare pericolosa e divisiva.
Ignora ke ci sono uomini ke ogni giorno si battono per cancellare ste maledette etichette, per dimostrare ke esiste l’individuo, nn la categoria.
Ignora ke parole così buttate, soprattutto se dette da lei, danno ossigeno alla narrazione del sospetto, del “maschio-padrone” come figura universale.
E no, signora Alberti, nn siamo tutti padroni.
Io, per esempio, da anni combatto x il contrario: x smontare ste etichette.
Ecco xké la sua frase mi ferisce. Xké da una penna come la sua, mi aspetto intelligenza, non slogan.
Una provocazione deve aprire uno squarcio, nn scavare un fossato.
E questa, purtroppo, scava.
Ecco xké oggi, con tutto il rispetto ke le devo, le do dell’ignorante — nel senso pieno, originario e preciso del termine: sta ignorando il peso reale delle sue parole.
E io, da uomo libero e da padre, nn ci sto.
L’erezione nn è potere.
La mestruazione nn è privilegio.
La violenza nn è un destino biologico.
E il rapporto uomo-donna nn è una guerra: è una scelta, ogni santo giorno.
Firmato,
Mirco Francioso
👁️ © Mirco@77
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