Ogni giorno ce n’è una. Qualcuno pretende scuse da ki nn ha colpe. Qualcun altro punta il dito a casaccio. E la società, invece di unire, si diverte a dividere uomini e donne come se fossimo due razze diverse. Guerra dei generi, la chiamano. Io la chiamo scemenza organizzata.
È diritto di ogni uomo e di ogni donna rifiutarsi di chiedere scusa x delitti commessi da altri. Ognuno risponde delle proprie azioni, nn di quelle altrui. E chi si porta addosso colpe collettive solo x essere uomo o donna, si sta solo facendo prendere x i fondelli. Se un idiota compie una violenza, quell’idiota va punito. Punto. Ma scaricare la colpa su un intero genere è roba da medioevo.
È diritto di ogni uomo e ogni donna allontanarsi da una persona tossica, uomo o donna ke sia, senza sentirsi codardo. Perché restare accanto a ki ti logora è una forma lenta di suicidio. Se scappi da un veleno, nn sei un vigliacco: sei sano di mente.
È diritto di ogni uomo o donna rispondere a tono in una discussione accesa senza essere tacciato di violenza. Se uno urla e l’altro risponde, nn stiamo parlando di aggressione: stiamo parlando di due persone ke discutono. La violenza è altra roba. Ma oggi basta ke alzi la voce e sei già “pericoloso”. Così si ammazza il confronto vero.
È diritto di ogni uomo o donna difendere le proprie ragioni e i propri bisogni senza per questo essere maschilista. Oggi basta dire “anch’io ho diritto” e ti appiccicano etichette. Se chiedi rispetto sei maschilista, se ti difendi sei aggressivo, se taci sei complice. Bella fregatura. Nessuno parla di rispetto reciproco, ma di ruoli precotti. Una trappola perfetta x chi vuole zittire.
È diritto di ogni uomo donna ricevere dalla propria donna cura, amore e attenzioni senza sentirsi patriarcale. Perché la cura reciproca nn è dominio. È equilibrio. Amare qualcuno nn significa comandarlo. Significa esserci. E se amare una donna significa ricevere solo doveri e zero attenzioni, allora è un contratto, nn una relazione.
È diritto di ogni uomo donna curare la propria forza e mascolinità senza essere accusato di sessismo. Nn c’è nulla di sbagliato nel sentirsi forti, virili, fieri. L’errore è confondere forza con dominio. Ma oggi se un uomo parla di mascolinità, subito qualcuno sbraita “sessismo”. Ma se una donna parla di femminilità, allora è potere. Due pesi, due misure. Coerenza, zero.
È diritto di ogni uomo donna fare apprezzamenti sinceri a una donna senza essere accusato di catcalling. Un complimento, se fatto con rispetto, resta un complimento. Se invece è volgare o invadente, diventa molestia. Ma la linea oggi è diventata un campo minato. Meglio tacere? No. Meglio riprendersi il diritto di dire ke una persona è bella senza dover chiedere il permesso.
È diritto di ogni uomo denunciare qualunque forma di violenza da parte di una donna nei suoi confronti. Anche le donne possono essere violente. Fisicamente, psicologicamente, legalmente. E chi dice il contrario è in malafede. Quanti uomini vengono zittiti x paura di essere presi in giro? Tanti. Troppi.
È diritto di ogni uomo donna essere trattato davanti alla legge con gli stessi diritti di qualunque donna. Punto. La giustizia o è uguale x tutti o è un teatrino. Se in tribunale contano più le emozioni ke i fatti, allora nn è giustizia: è spettacolo.
Tutti questi diritti nn dovrebbero neanche essere spiegati. Dovrebbero essere scontati. E invece oggi bisogna ancora ripeterli, urlarli, difenderli, xké qualcuno ha deciso ke l’uguaglianza si ottiene dividendo. Un gioco sporco ke sta creando odio, diffidenza e paura. Uomini contro donne, donne contro uomini. Come se fossimo due eserciti. Ma nn lo siamo.
Le etichette sono la benzina di questa guerra. “Maschilista”, “femminista radicale”, “fragile”, “aggressiva”, “manipolatore”, “isterica”. Ogni parola serve a scavare un fossato più profondo. Ma nn esistono generi, esistono individui. Con pregi, difetti, storie, dolore e forza. E finché continueremo a parlare per categorie, avremo solo eserciti contrapposti e zero soluzioni.
Chi ci guadagna? Chi ci divide. Chi campa sulle etichette. Chi trasforma tutto in slogan da sfilata, in hashtag da tastiera, in rabbia prefabbricata.
Io nn ci sto. Io credo ke l’uguaglianza vera è guardarsi in faccia da persone, nn da ruoli. Dire le cose come stanno senza paura d’essere linciati. Difendere la propria dignità senza doversi scusare x l’anatomia con cui sei nato.
Il diritto di essere individuo viene prima di qualunque bandierina ideologica. Uomo, donna, gay, etero, trans… ognuno ha lo stesso diritto di parola, di difesa, di rispetto, di amare e di lasciare, di curarsi e di curare, di essere libero.
Smettiamola di farci usare come pedine di una guerra ke nn ci appartiene. La dignità nn ha genere. O la difendiamo tutti, o nn la difende nessuno.
👁️ © Mirco@77
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